<<   N. 1579   >>

★ [Cavalieri, Bonaventura] [1598-1647]. Trattato della Rvota Planetaria perpetua e dell’vso di quella principalmente per ritrouare i luoghi de’ Pianeti alla Lansbergiana; e per fare la Figura celeste, & anco le Direttioni, osseruata pur la larghezza, secondo la via rationale. Di Silvio Filomantio. All’illustrissimo Sig. Paolo Francesco Falconieri. In Bologna, per Giacomo Monti, MDCXLVI (1646).

In 4° (23.2 cm), a6 A-L4 M2, cc. [6], pp. 86, cc. [1] [1 ripiegata in fine: Forma per calcolare i luoghi veri dei Pianeti]. Alla p. 51 è applicato un oroscopo del 13 (?) maggio 1598: questo foglietto misura cm. 14,4x9,7. Xilografia al frontespizio e marca tipografica in fine.

Importante opera di astronomia: il solo aspetto strettamente attinente all’astrologia è rappresentato dal “modo di fabbricare la Figura celeste” (pp. 49-63). Per la verità, anche quant’altro scritto da Cavalieri è stato certamente di notevole utilità per coloro che intendevano praticare l’astrologia con una buona cultura fisico-astronomica.

Per riferimenti vedi il Trattato della Sfera di Galileo Galilei sub D'Aviso (scheda n. 7218 bis), nella quale buona parte di quest'opera si trova riprodotta.

Esemplari(non esaustivamente): Bibl. Naz. Braidense, Milano; Bibl. Naz. Centr., Firenze; Bibl. Estense Universitaria, Modena; Bibl. com. Augusta, Perugia; Bibl. com. Classense, Ravenna; Bibl. Osservatorio Astronomico, Roma; Bibl. Naz. Centr. Vittorio Emanuele II, Roma; Bibl. Mun. Lyon; BNF; Musée d'histoire des sciences, Genève; Staatsbibliothek Berlin; Bayerische Staatsbibliothek München; Christ Church Library, Oxford; University College London; British Library; Cambridge University; Det Kongelige Bibliotek, Copenhagen; Yale University; Loyola University of Chicago; Adler Planetarium Chicago; Columbia University.

Bibliografia: Riccardi I 1 328; Grassi p. 148; Olschki 13202; Graesse II 92; Gamba 1852; Thorndike VII p. 119; Parenti, Prime Edizioni, p. 148; Houzeau-Lancaster 3147 (anche per l’edizione in latino di Bologna, 1640, che non ho trovato altrove, né è citata da Riccardi, che, pure, dedica alle opere di Cavalieri ben 10 colonne).