★ Oxley, Thomas [1789?-1851]. The Celestial Planispheres, or Astronomical Charts. Part I. Shewing by inspection, or only by drawing a straight line, all the most useful problems in astronomy in the most easy, pleasing, and expeditious manner, by means of the celestial planispheres. Part II. A new system of direction according to the principles of Ptolemy and Placidus, explained in the most easy and familiar manner, so as to be perfectly understood by every capacity. Also, complete system of calculating nativities, by the celestial planispheres, from the Equator to sixty degrees of latitude: whereby the most laborious and hitherto intricate calculations are solved, by drawing a straight line, or only by extending a pair of compasses, and the arcs of direction are obtained with wonderful exactness, and as much can be performed in a few hours, as formerly required many days. Illustrated by the nativity of the Emperor Napoleon. Part III. Containing new and improved formulae for astronomical calculations also, for finding from the true mundane position of the part of fortune, its true place in the Zodiac, both in longitude and latitude, also, the true method of finding the correct polar elevations both of the planets, and of all the different houses of the celestial figures, etc. and other interesting particulars in directional motion, never before published. Part. IV (which is added by particular desire). Containing choice astrological aphorism from Ptolemy; also, the significations of the different positions of the planets, and of directions from the celebrated W. Lilly; so that a purchaser of these "Celestial planispheres," will be enabled thereby both to calculate and to give a correct judgment on any nativity without the help of any other book. To which is added the author's New theory of the predictive science, being a most irresistible defence of astrology. Also, interesting remarks and calculations on the nativity of King William the Fourth. With ten large copperplates, most accurately engraved. Liverpool, Wright, 1830.
In 4° (23 cm), [A]6 B-Z4 2A-2P4, cc. [1 bianca] [1], pp. viii 9-304. La pagina 36 e la 134 sono bianche. 3 Plates in rame, numerati, fuori testo:
1 The motions of the Planets (fra le pagine 40 e 41);
2 A singular nativity, 14 giugno 1804 (fra le pagine 129 e 130);
3 Planisphere for astrological calculations (presente solo in poche copie).
Un Supplement di 66 pagine fu pubblicato a Londra nel 1833 (è descritto alla scheda n. 5782).
Come si evince dal titolo, l’opera è divisa in quattro parti, ciascuna con separato frontespizio. Nella prefazione l’Autore dice che, come risulta dalle Sacre Scritture, nelle epoche primitive gli uomini vivevano per molte centinaia di anni, ma, fatte salve alcune rare eccezioni, le loro esistenze erano noiose, uniformi e monotone. Prosegue Oxley affermando che, sebbene le vite siano poi divenute molto più brevi, il loro “gusto” è di gran lunga aumentato, anche per la maggior cultura, le maggiori opportunità di lavoro, e così via. Fatta questa curiosa premessa, Oxley, sempre nella prefazione, racconta che il Planisfero, la cui trattazione costituisce la prima parte del suo lavoro, era stato inventato 36 anni prima da Mr. Ranger di Londra, ma tale invenzione era rimasta segreta. In questa situazione, Oxley rivendica il merito dell’invenzione, o, meglio, della re-invenzione. La prima parte, dunque, tratta del Planisfero e del suo uso, utile “for astrological calculation”. Nella parte seconda Oxley tratta dei modi di calcolare gli oroscopi personali e fornisce dati sia sul movimento apparente dei Pianeti, sia sugli aspetti che essi formano tra di loro. Vi sono nozioni di carattere trigonometrico e astronomico, anche in relazione al calcolo degli archi di direzione e dei poli. Di nuovo, Oxley si avvale del Planisfero e indica come, attraverso esso, calcolare l’effettiva posizione dei Pianeti. A questo riguardo, egli rammenta l’opera di John Worsdale, che ha ad oggetto l’oroscopo di Napoleone (vedi la scheda n. 8865, nonché, per l’elenco di tutti gli altri astrologi che si occuparono dell’oroscopo di Napoleone, la scheda n. 5481). La terza parte riprende, fornendo ulteriori istruzioni per il relativo uso, i temi di calcolo astronomico già trattati nelle due parti precedenti (come trovare la longitudine del medium coeli, come accertare il grado dell’eclittica e, in modo più specifico, come verificare poli, direzioni e cuspidi delle Case, come trovare il cosiddetto Punto di Fortuna, come calcolare i Paralleli, e così via). La quarta parte tratta dei sistemi di rettificazione della nascita e di come tenere conto delle differenze orarie rappresentate dai diversi meridiani. Da pagina 202 Oxley accantona i profili di carattere astronomico-trigonometrico per occuparsi dell’interpretazione degli oroscopi. Esamina così rapidamente le caratteristiche dei Segni e delle Case e, con maggiore approfondimento, i “ruoli” dei Pianeti nei Segni e nelle Case: in un primo tempo attraverso l’uso di aforismi (i temi più trattati sono quelli che riguardano la morte, i suoi modi, e il matrimonio, visto sia dalla parte degli uomini sia dalla parte delle donne); dalla pagina 228 in modo assai più motivato e dettagliato. Le valutazioni interpretative di Oxley risentono molto della tradizione, che distingueva nettamente tra Pianeti malefici e benefici: si coglie tuttavia già qualche tentativo di attenuazione di questa lettura schematica degli oroscopi individuali. Più innanzi nel testo l’Autore tratta dell’interpretazione delle Direzioni, evocando anche il Quadripartitum di Tolomeo. È interessante (quanto sciovinistico e assolutamente incompleto), il breve elenco di opere che Oxley considera importanti sotto il profilo della disciplina astrologica (pagine 296 a 300). Si tratta delle seguenti:
The Astrologer of the Nineteenth Century, di Raphael-Robert Cross Smith (vedi la scheda n. 6576);
Manual of Astrology, di Raphael-Robert Cross Smith (vedi la scheda n. 6577);
White’s celestial intelligencer (si tratta in realtà dell’opera The beauties of Occult Science investigated: or, the celestial intelligencer, di Thomas White, edita a Londra nel 1810: vedi la scheda n. 8708);
un’opera di Placido De Titi edita nel 1816, in inglese, e una, pure in inglese, del Quadrapartite [sic]: quanto al Quadripartitum, si tratta certamente di una delle edizioni in inglese, tradotte da John Whalley e diffuse a partire dal 1701 (vedi la scheda n. 6431); quanto all’opera di Titi, altrettanto certamente si tratta del Primum Mobile, effettivamente tradotto da John Cooper ed edito la prima volta nel 1820 (vedi infra sub Titi, Primum Mobile, scheda n. 8028);
A New and Complete Illustration Of the Celestial Science of Astrology, di Sibly, cui Oxley dà dell’ignorante (è, ritengo, una delle innumerevoli edizioni e ristampe, anche con titoli diversi, dell’opera di Sibly infra descritta nella scheda n. 7484);
L’Astrological Dictionary di Wilson (vedi la scheda n. 8744);
La Christian Astrology, di Lilly (vedi la scheda n. 4551);
L’Opus Reformatum e la Defectio Geniturarum, di Partridge (vedi le schede nn. 5895 e 5896).
Esemplari: British Library; Edinburgh University; Manchester University; Glasgow University; Bodleian Library, Oxford; National Library of Scotland; Aberdeen University; Cambridge University; St Andrews University Library, Fife.
Bibliografia: Gardner 890.
Questa edizione fu stampata anche a London, Gordon & Dickson, nel 1833. Esemplare della Bodleian Library, Oxford (e, tra le altre, della Yale University e della Northwestern University, Illinois).