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★ “Paracelsus” (Bombast von Hohenheim, Auréol Théophraste) [1493-1541]. Avr. Phil. The.// Paracelsi// Philosophorvm Atqve// Medicorvm Hactenvs// omnium facilè Principis, De Me//teoris liber vnus.// De matrice liber alius.// De tribus principijs liber tertius.// Quibus Astronomica & Astrologica fragmen//ta quedam accesserunt.// Omnia ex versione Gerardi Dorn. Basileae, Peter Perna, [1569?]. [Unito] Avreoli// Theophra//sti Paracelsi de// Praesagiis, Vati//ciniis & Diuinatio//nibus.// Astronomica item// & Astrologica Fragmenta lectu iu//cunda & vtilia. Basileae, Apvd Petrvm Pernam, M.D.LXIX (1569).

In 8° (15.5 cm), [ ]4 a-o8, cc. [4], pp. 223 [1 bianca]; a-h8, cc. [3], pp. 111 [1], cc. [3], pp. [1, gli errata] [1 bianca], cc. [1 bianca].

Prima edizione completa (Astrologica & Astronomica, descritto nella scheda precedente nell’edizione del 1567, era già stato pubblicato nel 1557 a Ulm, in tedesco, come riferisce Graesse V 250: di questa edizione non ho tuttavia trovato altra traccia).

Nonostante appaia dall’ultima parte del titolo che le opere devono stare assieme (come legate assieme sono nell’esemplare in mio possesso), Caillet e Rosenthal (infra) e numerose biblioteche le considerano separatamente dall’altra. In particolare, l’Università di Milano e la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze (infra) specificano in positivo che le opere vennero “pubblicate a parte con proprio titolo”.

Medico, chimico e filosofo ermetico svizzero, nacque a Einsiedeln, vicino a Zurigo e morì a Salisburgo. Il nome “Paracelso” è la traduzione in latino di Hohenheim (così Caillet, III, pagina 221). Secondo altra tesi, che pare a me assai più fondata, Paracelso assunse questo nome ispirandosi a Celso (di cui egli si riteneva l’ideale continuatore), polemista pagano dei primi secoli dopo Cristo, noto per la sua diatriba con Origene. Condusse una vita particolarmente movimentata sotto il profilo professionale, perché esercitò la medicina a Einsiedeln, Bāle, Colmar, Nürnberg, Augsburg, e altrove. È considerato il più grande maestro, come scrive Caillet, della scienza cabalistica e della medicina astrale. Insegnava i principi di una medicina a misura d’uomo. Egli, nel corso della sua vita travagliata, si occupò anche di psicologia e di malattie mentali. Trattò e spiegò gli stati di mania, il ballo di San Vito, l’epilessia e le nevrosi nel De Morbis e nei Libri Philosophiae (I, De Lunaticis). Si occupò delle ossessioni e dei sogni nei Fragmenta Librorum Philosophiae, dell’isteria e di psicoterapia nel De Caduco matricis. Fu medico dell’anima e del corpo. Entrò, e per tutta la vita fu, in polemica, anche assai aspra, con i medici del suo tempo, che lo accusarono d’esser uno stregone, un ciarlatano e un millantatore. Negli ultimi anni della sua vita tormentata si avvicinò alla Chiesa.

Il De meteoris si apre con la creazione del mondo, fatta da Dio a sua immagine e somiglianza attraverso la realizzazione dei corpora (Cielo, Terra, Acqua e Aria). Le pagine successive trattano della composizione di questi 4 elementi e, in modo più specifico – essendo questo il tema centrale dell’opera – della materia prima che compone le stelle. Dalla pagina 38, Paracelso tratta delle forme di vita delle stelle e afferma che certamente in natura esistono creature dotate di un’intelligenza maggiore di quella umana. Dalla pagina 52 Paracelso si occupa della produzione dei venti, che colloca in luogo astronomico; successivamente della produzione delle onde, del congelamento, dei fulmini, dei tuoni e delle cosiddette esalazioni. Nel secondo libro (De Matrice), Paracelso rivela le sue conoscenze della medicina fisica e metafisica e distingue malanni che possono colpire i maschi e le femmine. Il terzo libro (da pagina 208) ha il titolo De Tribus Principijs e tratta di medicamenti.

La seconda opera ha viceversa contenuto più strettamente legato all’astrologia. Si apre con una parte dedicata ai vaticinii e relative species, che sono cosa diversa dalla tecnica astrologica. Tratta poi dell’attività e della funzione degli astrologi, specificando che la vera astrologia è quella che, attraverso il calcolo dell’oroscopo natale, identifica la natura e le vicende di una persona. Sono invece falsi astrologi coloro che si avvalgono di arti diaboliche, condannate da Dio e dalla religione. Paracelso tratta poi brevemente della geomanzia e di altre arti divinatorie quali l’idromanzia, la necromanzia, la chiromanzia, la fisiognomica e altre. Rileva che la fertilità e la quantità di pesci è indice, e presagio, di successiva pestilenza. Più innanzi nel testo, quando tratta della creazione divina dal nulla, definisce le caratteristiche dei luoghi ove si trovano il Paradiso (alieno da qualsiasi corruzione) e l’Inferno. Alla pagina 61, trattando dell’astrologia cosiddetta naturale, la qualifica come “ars incerta”, ma la distingue comunque da quella satanica. L’astrologia umana contiene, secondo Paracelso, sette species, che hanno, al loro interno, ulteriori genera. La prima è l’astrologia (suddivisa in “figura coeli, proprietates stellarum e modus particularis”), la seconda è la magia, la terza la divinazione, la quarta la negromanzia, la quinta la “signatura” (cioè la fisiognomica e la chiromanzia), la sesta le “incertae artes” (geomanzia, idromanzia, piromanzia e austromanzia), la settima la “munualis” (la geografia, la cosmografia, la matematica, la scienza dei globi e la scienza degli strumenti). La finalità dell’Astronomia, così come in precedenza definita e classificata, è la conoscenza della natura dell’uomo e delle sue origini, quale creatura divina. L’astrologia, se praticata con giudizio (ciò che, rileva Paracelso, non avviene frequentemente), gioca, in questo quadro, un ruolo fondamentale, ancora ad avviso di Paracelso, perché serve, identificando le caratteristiche dell’uomo, ad evitare i mali.

Esemplari:

solo la prima opera: Universitätsbibliothek Basel; Bibl. Nazionale Svizzera; Médiathèque municipale, Bayeux; Wellcome Library; Glasgow University; Cambridge University; British Library; Herzog August Bibliothek, Wolfenbüttel; Universität Hamburg; Universitätsbibliothek Rostock; Bayerische Staatsbibliothek München; Kungl. Biblioteket Stockholm; Bibl. d’étude et du Patrimoine, Toulouse; Muséum national d'histoire naturelle, Paris; Russian State Library; Cornell University, New York; Indiana University, Bloomington; University of Iowa Library; Washington University, School of Medical Library, St. Louis; University of Michigan; University of Minnesota;

solo la seconda opera: Slotts Biblioteket Skoklosters; Universitätsbibliothek Basel; Bibl. Nazionale Svizzera; Wellcome Library; Glasgow University; Bibl. Interuniversitaire Sainte Geneviève, Paris; BNF (2); Bibl. universitaire de santé, Allées J. Guesde; Bibl. municipale d'études et de conservation, Besançon; Stadt un Landesbibliothek Dortmund; Universitätsbibliothek Rostock; Universität Hamburg; Herzog August Bibliothek, Wolfenbüttel; University of Delaware; University of Minnesota; The National Library of the Medicine of the USA;

entrambe le opere, ma con la specificazione che furono pubblicate anche separatamente: Bibl. Naz. Centr. Firenze; Bibl. Giurisprudenza Lettere e Filosofia Univ., Milano (2); Bibl. Apice, Archivi della parola, dell'immagine e della comunicazione editoriale, Univ. degli studi, Milano; Bibl. Bertoliana, Vicenza; Rijksuniversiteit Gröningen; Bibl. des Allées Jules Guesde, Toulouse; Bibl. Interuniversitaire Sainte Geneviève, Paris; Bibl. d’étude et du Patrimoine, Toulouse; Middle Temple Library, London; Yale University.

Bibliografia: Adams P 271 (entrambe le opere, assieme); Caillet III 8301 (solo la prima opera); Rosenthal 1437 (solo la prima opera); Graesse V 250; Faggin p. 90 (entrambe le opere, ma senza data); Zinner n. 2400 e 2494.