★ Turrini, Giovanni Maria [XVII secolo]. . Prato di cvriosità. Formato con l'Herbe de' più famosi Autori per nutrire l'intelletto, e per venire alla cognitione dell'Vniverso, e di tutte le cose create, tanto celesti quanto sublunari; con le virtù, e proprietà loro; scoprendosi anco molti secreti naturali. Raccolto da Gio. Maria Turrini. Con licenza de' Superiori. In Venetia, M.DC.LXI (1661). Per Francesco Ginami.
In 12° (14 cm), A6 A-F12 G6 (E6 segnata B6), cc. [6], pp. 156. Incisione al frontespizio (un pavone). I recto della prima carta e di A6 sono bianchi. Capilettera xilografici
Seconda edizione.
Opera a destinazione manifestamente popolare che ha a oggetto temi "strani", terreni e non, trattati in termini semplici e sintetici e dunque per chi non avesse spirito speculativo o scientifico. Così, nell'ordine di trattazione, fra l'altro, la descrizione di Paradiso, Purgatorio, Inferno e Limbo e relative collocazioni; la tetrapartizione degli elementi del mondo; le "zone" della Terra, le rispettive caratteristiche climatiche, i prodotti, le coltivazioni e i minerali più diffusi localmente (ho così appreso che la Grecia era famosa "per lo cocco" e la Catalogna "per li azzurri"); le lingue e di nuovo le caratteristiche anche somatiche dei popoli (curioso l'accenno agli abiti dei Malancleti della Scithia, che "per non essere stimati vani, vestono sempre di nero"); i Centauri, i Giganti, "già estinti, & hora rinouati in un Isola poco distante dal Capo di Santa Maria", i Sarmati, che hanno le orecchie così "lunghe, e grandi, che ne cuoprono il corpo"; gli animali, anche leggendari, i fenomeni naturali, quali i terremoti, la neve, la pioggia, l'arcobaleno; i minerali e le pietre preziose con i relativi poteri (per esempio, "la pietra Agata legata al piede, leva i dolori della sciatica, e della podagra"). Modi di dare notizie delle cose del mondo che mi pare offrano un'idea sufficiente del genere per così dire letterario-scientifico di questo libro. Il tema della disciplina astrologica, che peraltro si presta benissimo a questo genere di trattamenti fantasiosi, è preceduto dal racconto di strani fenomeni celesti (uno di essi, nel 1618, è collocato a Nangasacchi del Giapone e consistette nell'apparizione di "undeci fuochi, i quali vicendevolmente ascendevano e discendevano") e dall'identificazione delle comete, qualificate come esalazioni gassose, secondo l'opinione di Aristotele, ormai superata nella seconda metà del xvii secolo. Alle comete è attribuito in prima battuta da Turrini il potere di presagire "i mali", ma non quello di esserne causa efficiente; in seconda battuta però l'Autore attribuisce all'aumento di calore dell'aria generato da quei corpi (secondo lui terrestri e gassosi), siccità e malattie per gli uomini e in particolare per i Principi, più delicati dei plebei. Alle comete Turrini attribuisce anche preannuncio di mortalità, carestie, guerre e mutamenti politici, secondo la tradizione, ma anche eventi positivi ("quando la Cometa appare di color d'argento"). Il capitolo dedicato ai pronostici perpetui che segnalano eventi e calamità naturali (pronostici tratti da tradizioni popolari di natura non sempre astrologica) è preceduto da un prudente caveat che rammenta il superiore potere dispositivo di Dio. Infine, Turrini si dedica alle nozioni-base della disciplina astrologica e descrive le caratteristiche delle persone governate dai sette Pianeti, mischiate con le nozioni astronomiche (ovviamente) dell'epoca. Seguono diffuse note sugli effetti delle eclissi, sempre del tutto negativi sulle sorti umane quando si verificano nei primi 10 gradi dei singoli Segni zodiacali. Le pagine che seguono hanno natura (astrologica) più tecnica (per esempio: come si fa a stabilire qual è il cosiddetto Signore di un oroscopo? Come si calcola l'ascendente?) e hanno a oggetto l'esame delle caratteristiche dei dodici Segni dello Zodiaco e le parti del mondo che essi governano, tema, quest'ultimo, estremamente variabile tra un cultore dell'astrologia e un altro. In concreto, la parte dedicata all'astrologia è la più completa e la più diffusa di quest'opera, che ebbe un buon successo editoriale. Nonostante questo dato indiscutibile e dimostrato dalle sue 7 edizioni, il Prato di curiosità è merce davvero rara, come risulta dall'esiguo numero di esemplari presenti nelle biblioteche pubbliche sul web. Dell'edizione qui descritta addirittura uno soltanto (nessuno in Italia!). Ed è questa la ragione per cui mi sono parecchio attardato sul commento relativo al suo contenuto, come ogni bibliografo, sia pure dilettante quale io sono, penso dovrebbe fare.
Esemplari: Österreichische Nationalbibliothek Wien.
Prima edizione: 1656, In Venetia, per gli Heredi di Francesco Milocho, in 12°, cc. [6], pp. 156; vignetta al frontespizio (la Torre di Babele) e dedica di Giovanni Pietro Brigonci a Lorenzo Minoto. Esemplari: Herzog August Bibliothek, Wolfenbüttel; Libris Consortium Stockholm. Bibliografia relativa: Piantanida 2269.
Altre edizioni:
- 1674, In Bologna, Per Gio: Recaldini. Con Licenza de’ Superiori, con il titolo Selva di curiosità Formata con le piante d’eruditissimi Autori, Antichi, e Moderni. Da Gio: Maria Turrini. Al Molt’Illustre Sig. mio Patron Colend. Il Signor Gabriel Zaghi, in 12°, 14 cm, cc. [12], pp. 240. Esemplare della National and University Library Ljubljana;
- 1675, In Pioue, appresso Angelo Bodio, in 12°, 14 cm, A-G12, cc. [6], pp. 162. Esemplari: Bibl. Prov. Cappuccini Genova; Herzog August Bibliothek, Wolfenbüttel; British Library;
- 1675, In Venetia, appresso Giacomo Didini, in 12°, 14 cm, A-G12, cc. [6], pp. 162. Esemplari: Bibl. Dominicini Perugia; Bibl. Naz. Vittorio Emanuele III, Napoli; Bayerische Staatsbibliothek München; Wüttenbergische Landesbibliothek Stuttgart; Herzog August Bibliothek, Wolfenbüttel;
- 1675, In Venetia, Zamboni, in 12°. Esemplari: National and Universitary Library Lubljana;
- 1675, In Venetia, appresso Francesco Busetto, in 12°, 15 cm, cc. [6], pp. 162. Esemplari: Edinburgh University;
- 1690, In Bologna, per Giuseppe Longhi, in 12°, a6 A-G12 H6, cc. [6], pp. 176, cc. [2 bianche]. Esemplari: Bibl. Naz. Braidense Milano; Bibl. Palatina Parma.