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★ Billy, Jacques (de) [1602-1679]. Le Tombeav de l’Astrologie Iudiciaire. Par le R.P. Iacques de Billy, Religieux de la Compagnie de Iesvs. A Paris, Chez Michel Soly, ruë Saint Iacques, au Phoenix. M.DC.LVII (1657). Auec Approbation & Priuilege du Roy.

In 4° (22.4 cm), ã4 ã2 A-Z4 Aa-Bb4 Cc2, cc. [6], pp. 196. Gli errata sono all’ultima pagina. Il verso della prima carta è bianco. Marca al frontespizio. Fregi. Capilettera. La pagina 63 è erroneamente numerata 36. Dedica a Monseigneur Charles de Bourlon (senza luogo e data).

Tradotto in latino con il titolo di Tumulus astrologiae judiciariae (Parisiis, 1659).

Il gesuita Billy ha scritto una robusta, motivata, articolata e originale critica all’astrologia e alla sua pratica (leggi: agli astrologi). Vi sono scivolamenti che hanno matrice inevitabilmente religiosa, ma si può dire che la struttura dell’opera è prevalentemente laica e i temi sono affrontati con rigore logico. Le prime pagine sono dedicate alle fonti dei Padri della Chiesa, ma subito dopo Billy contesta agli astrologi, da esperto della materia:

- i diversi criteri di domificazione e quindi l’incertezza dei dati che risultano da valutazioni astronomico-matematiche differenti;

- la circostanza che non possano essere determinati con precisione i momenti della nascita, né tantomeno quelli del concepimento;

- l’origine fantasiosa di segni o punti quali quelli di Fortuna, il caput draconis e la cauda draconis (Billy si domanda perché non abbia avuto un significato astrologico il “ventre” del Drago …);

- l’uso di terminologie misteriose, di origine araba, quali l’Alcochoden (dispositore dell’anno), l’Hylech (il significatore della vita), l’Albuzir, l’Atazir (“Le mystere de l’astrologie consiste purement dans les paroles”: pagina 58);

- la circostanza che gemelli nati nello stesso momento o con differenze minime di tempo abbiano vicende di vita completamente diverse;

- la circostanza che dinanzi a oroscopi diversi si verifichino gli stessi fatti e dinanzi a oroscopi uguali fatti diversi.

Cita il caso di un bambino nato a Parigi l’11 aprile 1650 alle ore 10,07, cui due diversi astrologi hanno previsto circostanze di vita completamente diverse (pagine 123-125). Avverte peraltro che non ci si può prendere solo gioco degli astrologi, perchè essi sono pericolosi: per la fede, per il rispetto dei Comandamenti, per l’esercizio del libero arbitrio, perché fanno perdere serenità alle persone e perché, sul rilievo che tutto è scritto, fanno perdere alla gente il coraggio di vivere e di lottare. Senza la ricchezza della documentazione offerta da Hemminga (vedi la scheda n. 3650), elenca comunque una serie di errori predittivi e afferma che, quando gli astrologi fanno previsioni giuste è perché hanno “commercio con il Demonio”, ovvero perché è Dio a far loro dire qualche volta la verità per punire chi li consulta (!), oppure ancora perché esiste una sorta di malignità negli esseri umani che li porta a far verificare eventi straordinari (!!). Billy afferma inoltre che i maghi si nascondono dietro una finta veste di astronomi-astrologi per evitare guai peggiori (ciò che allora, nel suo pensiero, significa che c’è di peggio degli astrologi) e che molto credito deriva agli astrologi dalle ambigue modalità espressive che essi utilizzano nelle loro previsioni.

Si tratta, come si vede, di argomenti in buona parte intelligenti e per l’epoca nuovi, almeno in parte: lo è, comunque, più di tutti, quello svolto alle pagine 176-177. Qui, Billy afferma che gli astrologi dicono talvolta la verità perché fanno parlare le persone e fanno loro raccontare le loro vicende e il loro temperamento. Dice, insomma, che gli astrologi del suo tempo (ma anche quelli del suo passato) praticavano la maieutica, o, comunque, anticipavano l’attività degli psicanalisti.

Per tutte queste ragioni, l’opera in commento deve senz’altro considerarsi di grandissima importanza e stupisce che la sua portata sia sfuggita a buona parte dei commentatori e delle bibliografie.

Prima di chiudere aggiungo che Jacques de Billy aveva anche scritto nel 1651 un ponderoso testo (in 4°, cc. [20], pp. 516, cc. [2]) con il titolo Opvs Astronomicvm in qvo Siderum omnium hypotheses, eorum motus tum medij, tum veri, Tabularum condendarum ratio, eclipseon putandarum methodus, obseruationum praxes, caeterorumque omnium quae ab astronomis pertractantur, scientificus calculus, breui ac facili via exponuntur. Avctore jacobo de Billy, Societatis Iesv Compendiensi, Divione [Dijon]. Apvd Petrvm Palliot, Typographum Regis, Episcopi Lingonensis, Comitiorum Burgundiae, & Vrbis, Bibliopolam, & Calcographum, sub signo Reginae Pacis, ante Palatium. M.DC.LXI. Cum Priuilegio. Ne do solo notizia perché, anche se ho dato uno sguardo al solo indice, non ho avuto l’impressione tratti di astrologia.

Esemplari: British Library; Det Kongelige Bibliotek, Copenhagen; Université de Genève; Bayerische Staatsbibliothek München; Zentralbibliothek Düsserdolf; Bibl. Interuniversitaire Sainte Geneviève, Paris (2); Bibl. Méjanes, Aix-en-Provence; Bibl. Mazarine Paris; Bibl Universitaire de la Santé, Paris; Musem National d’histoire naturel, Paris; Médiathèque d’ Orléans; Bibl. Mun. Dijon; Bibl. d’étude et d’information, Grenoble; Bibl. Mun. Chalons-en-Champagne; Bibl. d’étude et d’information, Toulouse; University of Minnesota, Minneapolis; University of Montréal, Québec.

Bibliografia: Gardner 126; Houzeau-Lancaster 5233; Caillet I 1159; Thorndyke VIII p. 309; CATAF.