<<   N. 3015   >>

★ Georgevic, Bartolomej [1506-1566] - I.A.D.C.B. [alias Chavigny, Jean Aymé (de)] [1536-1604]. Discovrs parenetiqve svr les choses tvrqves divisé en trois livres, Ou est proposé, s'il est expedient & vtile a la Republique Chrestienne, de prendre les armes par communes forces et les porté jusqu’en Grece, & Thrace contre ce iuré & pernicieux ennemi, du nom Chrestien, qui par toutes voyes cerche d’enuahir & ruiner la Chresianté. Et ou par occasion sont insérez quelques Présages sur l'horrible éclipse de soleil, qu'on a veu dernièrement au mois d'octobre 1605. Est ajousté un Traicté sur la comète, qui apparut l'an précédent 1604 audit mois d'octobre. Le premier liure & second traduits du Latin de B. Georg. Hongrois: le reste colligé et mis à l'avant par I.A.D.C.B. A Lyon, chez Pierre Rigaud, en ruë Merciere au coing de ruë Ferrandiere à l'Horloge. 1606. Avec Privilege.

In 4° (16 cm), A-Z4 Aa-Cc4, cc. [9], pp. 190. Il verso del titolo è bianco. Vignetta al titolo con il motto Tempus ego immensum spatiis dimetior orbem. “I.A.D.C.B.” è Jean Aymé de Chavigny (vedi la scheda n. 3015). Capilettera xilografici. Testatine e fregi. Note in corsivo a stampa al margine. Oroscopo, nella classica forma quadrata, della cometa a p. 100 (venerdì 15 ottobre 1604 ad ore 16,56). Sotto l’oroscopo è inciso il Segno del Sagittario. Dedica (Epistre sur l’utilité de l’Histoire) di Jean Aymé de Chavigny a Pierre de Flehard da A2 recto a C1 verso. In calce all’Epistre incisione di una cometa.

Il testo, che è opera sia di Georgevic, sia di Chavigny, denuncia la grave condizione di mancanza di libertà, anche religiosa, in cui si trovavano i Cristiani (e tra di essi in particolare quelli che non conoscevano le “arti meccaniche” e non erano quindi abili al lavoro, come i nobili) una volta fatti prigionieri dall’Impero Ottomano. Vi si tratta poi delle possibilità concrete di fuga e dei modi in cui i prigionieri, su zattere improvvisate, riescono a scappare. Se catturati, i fuggitivi vengono uccisi; i Greci e gli Armeni, però, li aiutano e li nascondono. Quanto alla religione cristiana, scrive l’Autore, essa tenderà presto a sparire in Paesi quali la Croazia, l’Albania, l’Ungheria, che, pure, erano stati cristiani prima d’esser occupati dall’Impero Ottomano. L’Autore invita allora i Principi dei Paesi Occidentali (les Espagnols tres-ardans & aspres a la guerre, les Belges, tres hardis & felons; les Italiens tres valeureux & prudens; les Allemans tres forts & courageux), il Re di Francia, i Re scandinavi e l’Inghilterra a intervenire militarmente: da p. 29 a p. 95 in effetti il testo ha ad oggetto scritti di vari Autori diretti a questo fine (l’Exhortation). Da p. 96 ha inizio il Traité de nouveau commete [sic] qui est apparu le xvii d’Octobre l’An M.DC.&iiii Contenant une Apologie contre ceux, qui disent que le Cometes ne sont rien, ni ont signification aucune, che prosegue fino alla fine, trattato nel trattato, completamente disgiunto dalla prima parte, che ho sintetizzato fin qui. In effetti il corpo celeste, che apparve il 9 ottobre 1604, non era una cometa, bensì una nova, come intese dimostrare Kepler nel suo Stella Nova in pede Serpentarii (vedi la scheda n. 4047). La nova rimase visibile in cielo per ben 12 mesi. La sensazione che essa generò fu grandissima, anche perché la comparsa della nova ebbe luogo contemporaneamente con la tripla congiunzione di Marte, Giove e Saturno. Dopo una descrizione succinta e atecnica della “cometa” (Georgevic ritiene che essa, come tutte le comete, sia un’exhalation chaude et seche de l’atmosphere, secondo la dottrina aristotelica) e dei momenti e luoghi in cui essa si è resa visibile, Georgevic entra nel tema astrologico e si avvale delle fonti più autorevoli, quali Cardano, Pontano, Mizauld, Manilius, che gli consentono di affermare, assieme a numerosissimi precedenti storici, che le comete determinano le cadute dei Regni e le rivoluzioni, specialmente se “combinate” con le eclissi. Non sempre, però: questo non accade, e anzi le comete sono apportatrici di benefici per chi detiene il potere, se nell’oroscopo che si fa quando si rendono visibili (e questo dato, così relativo, la dice lunghissima sulla “precisione” dei conti astrologici!) le comete vi sono Pianeti benefici nella Casa decima, come è accaduto nel caso della cometa del 1572-1573, scrive Georgevic, e dovrebbe accadere per quella, che cometa non è, del 1604. In parallelo, Georgevic contesta chi, e in particolare Erastus (vedi la scheda n. 2403, negava qualsiasi incidenza delle comete, nonché in genere delle stelle, sulle vicende umane. Questa parte dell’opera è molto interessante, al di là dell’equivoco sulla natura del corpo celeste visto nel 1604, per la grande abbondanza di citazioni di opere sui temi astrologico e astronomico, delle quali Georgevic riporta ampi brani. L’opera (rectius: le opere) è di notevole interesse.

Esemplari: BNF (3); Bibl. Interuniversitaire Sainte Geneviève, Paris; Bibl. Méjanes, Aix-en-Provence; Médiathèque François Mitterand, Poitiers; Bibl. Universitaria Alessandrina, Roma; Bibl. Casanatense, Roma; Thüringer Universitäts und Landesbibliothek Jena.

Bibliografia: CATAF (cita anche un’edizione del 1605, penso per errore, e altra del 1607, A Lyon, Pierre Rigaud).