<<   N. 1922   >>

★ Crespin, Antoine (“Archidamus” o “Nostradamus”) [XVI secolo]. Prognostication auec// ses présages, pour l'an M.D.LXXXI.// composée & calculée par tout les neuf cli//mats de la terre par M. Anthoine Crespin// dict Nostradamus, de Marseille en Pro//uence, Docteur Mathematicien, Vallet// de Chambre ordinaire du Roy, & Mede//cin ordinaire de Monseigneur le Cõte de// Tande Admiral de Leuant: Dedieé à Ma//dame le Princesse de la Roche Sur-yon.// L’ennemy, l’ennemy, soy promise// Ne se tiendra: le captif retourne,// soubs edifice Saturnin trouée vrne// D’or. Capion rauy, & puis rendu. A Paris,// par Robert Colombel, tenant sa boutique// rüe S. Iehan de Latran, pres le college// de Cambray.// Auec Priuilege du Roy. [In C1 recto: De Paris ce premier// de Septembre Mil cinq cens septante & dix// pour l’an Mil cinq cens septante & vn. Et// plus oultre].

In 4° (15 cm), A-D4, cc. [16]. Incisione della Sfera impugnata da una mano al frontespizio con il motto Non armis sed verbo. In 2 parti, con segnatura continua. Il verso della prima carta è bianco. Testatine xilografiche in A2 e A3 recto. Capilettera xilografici. La dedica, che non ha data né luogo, è in versi. Privilegio in D4 verso.

E’ la più risalente delle Prognostications (o simili) che sono riuscito a identificare tra le numerosissime composte da Crespin fino al 1590: nella lettera al lettore Crespin spiega che la sua opera è meslee auec les propheties anciennes Grecs, Arabes, Caldeens, Hebraicques, Aegyptiens, e formulata dopo la lettura di ben 20 astrologi, tra cui Mesahalla, Aristotele [sic], Ptolemaeus, Hermes Trismegistus, Empedocle [sic], Democrito [sic], Epicuro [sic], Diogene [sic]. I temi sono trattati nell’ordine seguente: Des metaux, Des fruicts, dei quali vi sarà grande penurie (ma in compenso l’argento, che non è un frutto, sarà a buon mercato, a differenza della polvere da sparo e del piombo, che pure non sono frutti), Des animaux (gli animali da lana non staranno bene a causa delle nevi invernali e del gran caldo estivo), Du genre humain (le persone di bassa condizione saranno private di ogni allegria), Des gouvernements (vi saranno cospirazioni, tradimenti, formazioni di sette religiose, controversie mai viste tra ebrei e cristiani), De la Iustice (ci sarà una lunga guerra diretta a ottenere la pace e tumulti sediziosi), De l’agriculture (i poveri agricoltori avranno serie difficoltà), Des artisans (le cose non andranno meglio per loro), Des marchans (avranno perdite di beni), Des maladies (saranno contagiose e diffuse pressoché in tutta la Francia, in Svizzera, in Germania, in Romania e in molte regioni italiane del sud e del nord). Mi fermo qui un momento perché solo a questo punto del testo (in B3 verso) compare il primo dei rarissimi riferimenti astrologici: una congiunzione tra Giove e Venere. Fino a quel punto nessuna delle previsioni è formulata con qualche, sia pur vago, cenno agli astri, nello stile di Nostradamus o altri veggenti, dunque. La seconda parte, da C1 verso, ha il titolo di Sensuivent les quatre temps pour l’an Mil cinq cens septante & vn ed è suddivisa per le quattro stagioni dell’anno: più che previsioni, questa parte del testo contiene peraltro precetti che hanno ad oggetto regole, spesso elementari, per condurre una vita sana: per esempio, Crespin suggerisce, in primavera, di non indossare abiti ny trop froid ny trop chaulds, di consumare cibi leggeri e di bere vino che non sia troppo secco o troppo dolce; per l’autunno, la saison de l’an la plus dangereuse à fiebures, Crespin scrive che non ci si deve lavare con l’acqua troppo fredda e occorre evitare di dormire attorno al mezzogiorno (non ne spiega però il motivo).

Antoine Crespin è personaggio misterioso, di identità, e perfino esistenza, ritenute incerte (ma vedi al termine di questo commento la prova che egli visse effettivamente e fu persona diversa da Michel de Nostredame, alias Nostradamus). Su questa figura ha scritto, in esito ad accurate ricerche testuali, Jacques Halbronn (Fortune du Prophetisme d’Antoine Crespin Archidamus), curatore del CATAF. Halbronn dà atto che, secondo la tesi più accreditata, Crespin avrebbe riprodotto, con deboli variazioni, le Centurie di Nostradamus: sarebbe stato, insomma, un falsario. Secondo Halbronn, tuttavia, la verità sarebbe un’altra, e cioè che sarebbero le Centurie ad aver in buona misura tratto ispirazione da Crespin, con o senza la sua complicità. Halbronn ipotizza dunque che “dietro” il ben più celebre Nostradamus si celi, quale ispiratore, proprio Antoine Crespin. Non prendo personalmente posizione su questo tema, ma è certo curioso, e per me dato irresolvibile, che Crespin abbia utilizzato quale pseudonimo (oltre ad Archidamus) anche Nostradamus, pseudonimo con il quale era noto (nell’estratto del privilegio dell’opera qui descritta egli è infatti definito M. Anthoine Crespin, dict Nostradamus, de Marseille en Provence): è circostanza dalla quale possono astrattamente trarsi entrambe le conclusioni di cui sopra ho dato conto. Non ho gli strumenti per approfondire oltre il tema, pur indubbiamente affascinante; mi limiterò a ricordare, con Jacques Halbronn, che le opere attribuite a Crespin (richiamate da Halbronn e infra descritte) non coincidono comunque con le Centurie attribuite a Nostradamus e sono in buona parte caratterizzate da antigiudaismo (e in questo senso differiscono dalle Centurie). Esse sono inoltre fortemente marcate da un interesse per l’Italia e hanno rappresentato lo strumento (letterario) per consentire a Crespin l’espressione delle sue opinioni politiche, secondo il sistema che un secolo dopo sarebbe stato usato da William Lilly e, in generale, dagli astrologi inglesi. Per quanto può valere, anch’io non sono “tifoso” della tesi Crespin-falsario (senza esser però convinto che Crespin sia stato l’ispiratore di Nostradamus), anche se resta in ombra, e inspiegabile, come già ho scritto, la ragione per cui egli decise di utilizzare quale pseudonimo quello stesso di Michel de Nostredame (o è stato quest’ultimo a farlo?). E’ comunque vero che alcune delle opere di Crespin, come quella oggetto di questa scheda, hanno natura più di profezie che di pronostici astrologici: hanno dunque lo stesso “vizio” delle Centurie di Nostradamus, tanto, da un lato da rendere talvolta difficile distinguere quello che va attribuito a Crespin da quello che fu opera di Nostradamus e, dall’altro, da attribuire qualche giustificazione a chi ha attribuito a Crespin la “bolla” di plagiario.

Curioso peraltro che Crespin, oltre allo pseudonimo di Nostradamus, abbia utilizzato con altrettanta frequenza quello di Archidamus: forse per distinguersi da Michel de Nostredame? Non sono in grado di dare una risposta al quesito, perché Crespin non fornisce mai alcuna spiegazione sul punto. A queste note aggiungo un’ulteriore considerazione: quasi tutte le opere di Crespin sono stampate tra gli anni 1571 (la maggior parte)-1577, con un “silenzio” editoriale di vari anni tra il 1572 e il 1576; poi Crespin “riprende” (nel 1581), ma dopo aver scritto, nel 1577, che non avrebbe mai più pubblicato almanacchi perché stampatori molto disinvolti gli avevano attribuito opere non sue (vedi i commenti delle schede nn. 1925 e 1937. Donde il dubbio che quelle tra di esse pubblicate dopo il 1577 siano apocrife. Rinvio al riguardo alle schede nn. 1938-1943, nelle quali, quando ho trovato elementi interessanti sul punto, ho scritto qualche commento.

Quanto, infine, all’esistenza effettiva di Antoine Crespin, credo di poter concludere affermativamente: l’ho accertato in termini a mio parere tranquillanti leggendo un’êpitre scritta nel 1573 a Charles IX e curiosamente stampata a Vienna (vedi infra la scheda n. 1933): in essa, che figura apparentemente scritta allo stesso Crespin da six philosophes d’Egipte e da Jean Cassandre d’Apolon, è infatti citato come terza persona proprio Michel de Nostredame (rinvio al relativo e più articolato commento in calce alla scheda di quest’opera).

Esemplari: BNF (3).

Bibliografia: CATAF.