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Alpherius, Hyacinthus (de) (Alferio, Jacinto) [1590?-1677]. Hyacinthi de Alpherio Doctoris Phisici Academici Fogiensis volvbilis opvs. De modo consvltandi, siue, ut vulgus vocat Collegiandi, in quo modò variae, vagi[a]eq[ue] Medicae quaestiones, verùm omnnium scientiarum nonnullae, ad opus spectantes examinantur. Vnde Physicis pernecessarium, coeterisq[ue] scientificis non inutile existimandum. Fogiae (Foggia), Ex Typographia Laurentij Valerij, Anno Domini M.DC.XLVI (1646). De consensv dd. Svperiorvm.

In 4° (22 cm), ✳8 A-Z4 Aa4 Bb2 a4, cc. [8], pp. 195 [1 bianca], cc. [3, index] [1 bianca]. Stemma del dedicatario inciso al frontespizio, con il motto Antes morir que ençuclar el bivir. Al centro dello stemma si legge Bven ladron. Testo su due colonne. Dedica a Carlo de Guevara datata in ✳3 recto Fogiae Idibus Iunii 1646 (13 giugno 1646). La dedica è seguita da: una lettera scritta dal dedicatario all’Autore, quale risposta alla dedica; una lettera all’Autore di Carlo Ciccarelli; l’imprimatur; encomi al dedicatario, all’Autore e ai lettori di Donato Zizzi; un sonetto di Vincenzo Savinella; un sonetto di Matteo Romano all’Autore, in italiano; altro carme di Donato Zizzi al Duca di Bovino, in italiano; sonetto in italiano di Giuseppe Formosa a chi legge; gli errata in ✳8 verso. Capilettera e finalini xilografici. Il verso del titolo e il verso di Bb2 sono bianchi.

Opera di eccezionale rarità (nelle biblioteche sul web risulta in possesso di solo due biblioteche) di questo medico di Alicante, che pubblicò le sue due opere note a Foggia e a Napoli, e dunque in Italia. Seguace di stretta osservanza della medicina galenica, nel testo descritto qui la commenta e la riassume, sottolineandone in particolare i profili di applicazione concreta. Un intero capitolo, il xxxv (Astrologo, an Medico magis credendum in prognostico), è dedicato all’astrologia, trattata criticamente non tanto per l’uso, se prudente, in medicina, ma soprattutto in via generale e con particolare riferimento alla cosiddetta iudiciaria, che considera blasfema. Tra gli argomenti critici, segnalo uno che mi è nuovo: scrive infatti Alpherius che, essendo le stelle non più di 1.020, è impossibile per un astrologo calcolare e prevedere gli effetti di tutti sulle persone. Quanto invece ai profili iatromatematici, Alpherius sostiene che la lettura delle stelle può essere di aiuto collaborativo alla pratica medica.

Esemplari: British Library; The National Library of Medicine of the USA.

In altra precedente opera, che non sono però riuscito a leggere (anch’essa rarissima e apparentemente in possesso della sola Bibl. Nacional Madrid), è verosimile che Alpherius si sia occupato degli stessi temi (intendo astrologici), ma, come ho scritto, non ho potuto accertarlo. Mi limito dunque a dar conto del titolo e dei dati editoriali: De peste et de vera distinctione inter febrem pestilentem, & malignam, non hactenus perspecta […]. Tractatus de variolis, & de morbillis […], Neapoli, ex Typographia Aegidij Longi, MDCXXVIII (1628), in 8°, a4 A-2Z4 3A-3T4 A-K4, cc. [8], pp. 522; pp. 75 [1], cc. [1 bianca].