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★ Ad antiqvitates Etruscas quas Volterrae nuper dederunt observationes. In quibus Disquisitiones Astronomicae de Etruscarum Antiquitatum Fragmentis auctor quoque notatur. Amstelodami [Amsterdam], Apud Joannem Janssonium, Anno MDCXXXIX (1639).

In 12° (16 cm), A-C12 D6, cc. [6, praefatio e index observationum], pp. 70, cc. [1 bianca]. Marca editoriale al frontespizio con il motto Vivitur ingenio. Capilettera e finalini xilografici. Il verso del titolo è bianco.

Non ricordo il motivo per cui circa 20 anni fa (all’inizio del XXI secolo) decisi di registrare, senza averla letta, quest’opera, che con l’astrologia ha ben poco a che fare. In effetti, il solo capitolo in cui si tratta di congiunzioni, peraltro astronomiche, della Luna e di Venere nel Segno dei Pesci è l’ultimo, il xxxi. Per il resto è un breve trattato di linguistica e dunque potevo certamente fare a meno di aggiungere l’opera alle tante altre di cui ho dato descrizione e commento. Poiché comunque il testo qui si trova e mi spiace eliminarlo, gli dedico qualche riga, estranea a questa bibliografia. Le observationes sono condotte e tratte da un frammento di testo in etrusco, lingua, secondo una leggenda parzialmente non veridica, di molto difficile interpretazione. Senza ovviamente entrare in dettaglio, mi limito a rammentare che le fonti principali dalle quali sono state tratte notizie sulla lingua etrusca sono le lamine d’oro di Pyrgi, la tegola di Capua, il cippo di Perugia, la tavola di Cortona e l’epitaffio di Laris Pulenas di Tarquinia. Fonti comunque insufficienti per comprendere la lingua in termini almeno decenti. Quanto alla provenienza della lingua, pare oggi tramontata l’ipotesi che essa appartenga all’area linguistica turco-magiara, anche se la maggior parte degli studiosi ritiene che gli Etruschi siano comunque arrivati in Toscana dal Medio Oriente/Europa dell’Est.

Esemplari: Bibl. Nacional Madrid; British Library (attribuisce a Fesulanus Prosperus o a Henricus Ernstius); Amsterdam Universiteit.