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★ Ptolemaeus, Claudius [circa 100–circa 178]. [Al recto della seconda carta, prime 6 righe, stampate in rosso] Liber Quadripartiti Ptolomei id ē// quattuor tractatuū: in radicanti discre//tione þ stellas đ futuris & ī hoc mundo// cõstructiõis & destructiõis cōtingētib//. Cuius in p[ri]mo tractatu fūt. 24 capita// incipit. [Al colophon, in h12 recto: Impressum in Venetijs per Erhar//dum ratdolt de Augusta. Die. 15. Men//sis Januarij. 1484 [15 gennaio 1484].

In 8° (22.4 cm), a-g8 h12, cc. [68]. Testo in gotico a due colonne, 42 righe per colonna. Capilettera incisi. Le prime 8 righe, da cui è tratto il titolo, sono in rosso. Uno schema astrologico al verso della prima carta; altro schema al verso dell’ottava carta. Il mio esemplare è chiosato dal più celebre degli astrologi inglesi, William Lilly (vedi). Traduzione in latino di Ali Ibn Rudhwan Ibm Ali Ibn J’Afar (Haly Rodoan). Il recto della prima carta e il verso dell’ultima sono bianchi.

Editio princeps.

Opera fondamentale, che costituisce la base dell’astrologia moderna. Ptolemaeus in questa opera disciplina l’oroscopo individuale, considerando così l’astrologia per la prima volta quale cosiddetta arte congetturale, diretta ad evidenziare la natura dell’individuo sulla scorta del di lui oroscopo individuale (per quanto possibile, da farsi al momento del concepimento, genesi del seme; in mancanza, al momento del parto, genesi dell’uomo in quanto tale, considerata la somiglianza dal punto di vista astrale tra i due momenti). Risolve il problema astronomico, che già gli è noto, della precessione degli equinozi, considerando i segni zodiacali quali entità astratte espressive di modelli matematici: ognuno di essi, secondo i criteri astro-matematici già individuati dai Caldei, costituiva porzione di 30° delle dodici in cui i Caldei avevano diviso il cerchio dell’eclittica. In altri termini, Ptolemaeus ha eluso i problemi astronomici distaccando di fatto l’astrologia, costruita su base simbolica, dall’astronomia, che era invece “costretta” ad obbedire a regole matematiche. La sintesi del pensiero tolemaico si coglie nelle prime pagine del Tetrabiblos: come nel caso delle grandi verità, quali sono le verità divine, così rispettiamole e riteniamoci soddisfatti delle pur limitate possibili conoscenze che ci sono concesse; non richiediamo a questa scienza tutto, in maniera emotiva e perentoria, ma amiamola in tutta la sua bellezza, anche quando non può fornire esauriente risposta (la traduzione si legge in Gerolamo Cardano, L’oroscopo di Cristo, pagine 30-31). Qui, in questa frase, sta la grandezza di Tolomeo, che, al di là del sostantivo usato, delinea l’astrologia come un’arte, che, come tutte le espressioni fantastiche, non può essere valutata coi soli meccanismi della razionalità, né, tantomeno, deve rendersi destinataria di valutazioni relative alla sua conformità, o meno, ai dogmi religiosi. Il messaggio di Ptolemaeus, sventuratamente, è stato lasciato cadere dalla gran parte degli astrologi di tutti i tempi, che hanno chiesto, al contrario, a un’arte di comportarsi come una scienza, sottoponendola così a uno stress insostenibile.

Esemplari (non esaustivamente): Bibl. Civica Angelo Maj, Bergamo; Bibl. Civica Ambrosiana Milano; Bibl. Civica Museo d'Arte Correr, Venezia; Bibl. Statale Cremona; Bibl. Naz. Centrale Firenze; Bibl. Com. Mantova; Collegiata di San Candido; Bibl. Com. Classense Ravenna; Bibl. Com. Palermo; Bibl. Valentiniana Camerino; Bibl. Rambaldi, Coldiroli; Bibl. Universitaria Genova; Bibl. Naz. Vittorio Emanuele III, Napoli; Bibl. Palatina Parma; Bibl. Casanatense Roma; Accademia dei Lincei e Corsiniana Roma; Bibl. Com. Viterbo; Bibl. Apostolica Vaticana (3); BNF (3); Bibl. Mun. Auxerre; Observatoire de Paris; Bibl. municipale Avignon; Universitätsbibliothek Basel; British Library (2); Edinburg University; Cambridge University; Bodleian Library Oxford; Museum Boerhaave, Leiden; Universiteit Leiden; Rijksuniversiteit Gröningen; Universiteit Utrecht; Bayerische Staatsbibliothek München; Deutsches Museum München; Smithsonian Institution, Washington; Library of Congress; Harvard University, Houghton Library; Harvard University, Medical School Library; University of Chicago; University of Carolina; Brown University, Providence, Rhode Island; University of Minnesota, Minneapolis; University of Wisconsin, Madison; University of Illinois; Newberry Library, Chicago; University of Michigan, William Clements Library; University of Notre Dame, Indiana; New York Public Library Research; Cornell University, New York; Columbia University, New York; Linda Hall Library, Kansas City; American University, Washington; University of Rochester; University of Pennsylvania; Princeton University; University of Cincinnati; Hamilton College Library, Clinton; Morgan Library & Museum, New York; Center for Research Libraries, Chicago; Brandeis University Library, Massachusetts; Saint Louis University Pius XII Library; Washington State University; Claremont Colleges’ Library, California; Getty Research Library, Los Angeles; Henry Huntington Library Art Collections and Botanical Gardens, San Marino, California; Stanford University Library, California; McGill University, Montréal, Québec; University of Sydney; NNL National Library of Israel.

Bibliografia: Klebs 814.1; Hain-Copinger 13541; GW M36411; Gardner 1037; Graesse V 499; Brunet IV 948; Bibl. Magica 153; Houzeau-Lancaster 743 e 3636; Bezza II 676; Thorndike I. p. 110; Grassi p. 565.

Altre edizioni, di cui qui mi limito a dar qualche cenno, fra le numerosissime (molte di esse sono peraltro più analiticamente descritte nelle schede che seguono):

6 febbraio 1519, Venetiis, mandato ac sumptibus heredum nobilis viri domini Octauiani Scoti civis ac patritius Modoetiensis et socio[rum] anno virginei partus saluberrimi, 1519, sexto februarij, in folio, aa4 A-Q8 R-S6, cc. [4] 140. Esemplare della Bibl. Universidad de Valladolid. Bibliografia relativa: Faggin p. 50; Caillet III 9016; Gardner 1040 (vedi infra la scheda specifica n. 6434);

1519 [Al colophon: Venundantur Parrhisiis in edibus Joannis de Porta in vico sancti ioannis Lateranensis sub signo diue virginis marie, et in vico cithare in officina libraria vico mathurinorum directe opposita], in 4°, A-N4, cc. 52, con il titolo Quadripartitum judiciorum opus Claudii Ptolemei Pheludiensis, Ab Joane Sieurreo brittuliano Bellonacensi perbelle recognitum. Esemplare della Bibl. Naz. Universitaria, Torino. Bibliografia: Gardner 1039;

★ 1559 Basileae// Cum gratia & Priuilegio// Caes. Maiest. [In Ff8 recto: Basileae// ex officina Petria//na Anno M.D.LIX.// Mense Septembri], in folio, a-b6 A-R6 Aa-Ee6 Ff8, cc. [12], pp. 279 [1], cc. [2 ripiegate di tavole]. Testo su 2 colonne. Note a stampa al margine. Capilettera xilografici. 3 oroscopi incisi. La lettera al lettore del tipografo è datata in a3 verso Basileae Cal. Septembris Anno M.D.LIX. Errata in b6 recto. b6 verso è bianca. Aa1 verso è bianca. Il titolo e il testo sono in greco e in latino fino a R6. La parte del titolo in latino è la seguente: In Clavdii Pto//lemaei Qvadripartitvm Enarra//tor ignoti nominis, quem tamen// Proclvm fuisse quidam// existimant.// [...] Porphyrii Phi//losophi introductio in Ptolemaei// opus de effectibus astrorum.// Praeterea// Hermetis Philo//sophi De Revolvtionibvs Na//tivitatum libri duo, incerto interprete. Esemplare della Bibl. Naz. Centr., Firenze. Bibliografia relativa: Grassi p. 554 (sub Porphyrius); Bibl. Magica 1019; Adams P 2240; Caillet III 9017; Zinner n. 2224;

★ 1610, Pragae, Typis Kaspar Kargesij. Anno M.DC.X. Sumptibus Iacobi Brachtani, in 12°, ✳6 A-M12, cc. [5] [1 bianca], pp. 280, cc. [3] [1 bianca], con il titolo Claudij Ptolomaei, De praedictionibus astronomicis, cui titulum fecerunt quadripartitum, libri IIII. nunc primùm ex vetustissimo codice & interprete in lucem editi. Eiusdem fructus librorum suorum, siue centum dicta. Il verso della prima carta è bianco. Capilettera xilografici. Carattere corsivo. Dedica di Jacobus Van Brecht a Lamorali de Taxis datata in ✳5 verso Pragae Kal. Julii, 1610. Esemplari, tra gli altri: Bibl. Naz. Centrale Firenze. Bibliografia relativa: Grassi p. 570;

1611, Francofurti, Typis Johannis Bringeri, sumptibus Jacobi Fisheri, con il titolo Claudij Ptolomaei, De predicationibus astronomicis, cui titulum fecerunt, quadripartitum, libri 4. Eiusdem fructus librorum suorum, siue centum dicta. Editio posterior, in 12°, )(6 A-M12 N10, cc. [5] [1 bianca], pp. 308. Esemplare dell'Osservatorio astronomico di Roma. Bibliografia relativa: Zinner n. 4325; Grassi p. 570; Bibl. Magica 1020;

1622, Frankfurt, Typis Ioannis Bringeri, Sumptibus Iacobi Fischeri, in 12°, a6 A-N12, cc. [6], pp. 308, cc. [2]. Esemplare della Bibl. Naz. Centr. Vittorio Emanuele II, Roma (e della Bibl. civica Giovanni Canna, Casale Monferrato). Bibliografia relativa: Bibl. Magica 1021; Rosenthal 3499; Grassi p. 570; Zinner n. 4919;

1640, in francese, A Paris, Bensogne, con il titolo L'uranie de Messire Nicolas Bovrdin, chevallier, seignevr de Villennes ou la traduction des qvatre livres des Jugements des Astres de Clavde Ptolomee, prince des sciences celestes . Vedi una più dettagliata descrizione di quest’opera, che costituisce la prima edizione francese del Quadripartitum, sub Nicolas Bourdin (scheda n. 1068). Lo stesso Bourdin nel 1651, per lo stesso editore, completerà il suo lavoro con Le Centilogue de Ptolomée ou la seconde partie de l’ Uranie: par un exposition fort ample, commode à tous astronomes, philosophes, astrologues, medecins, arboristes, jardiniers, nautonniers, cronologistes & cosmographes. Avec en postface Études autour des éditions ptolémaïques de Nicolas de Bourdin. Anche quest’opera è più analiticamente descritta sub Nicolas Bourdin (scheda n. 1069);

1646, Perusiae [Perugia], Ex Typographia Haeredum Petri Thomasij, in 12°, 15.5 cm, a6 A-P12 Q6, cc. [6], pp. 370, cc. [1] [1 di tavole] [2, ripiegate], con il titolo Cl. Ptolemaei Quadripartitum. De Praedictionibus astronomicis cui titulum fecerunt, Quadripartitum, Libri Quator. Eiusdem Fructus Librorum suorum sive Centum Dicta; il Centiloquium ha inizio alla carta P5 recto. Esemplare della Bibl. universitaria Cagliari (e delle seguenti, ulteriori biblioteche italiane: Bibl. Naz. Centr. Firenze; Bibl. Naz. Centr. Vittorio Emanuele II, Roma; Osservatorio Astronomico, Roma; Bibl. Naz. Marciana, Venezia; Bibl. Nazionale Braidense, Milano; Bibl. Com. Augusta, Perugia). Bibliografia relativa: Bibl. Magica 1022; Grassi p. 570. Questa edizione è stata identicamente replicata nel 1656;

1658, Patauii [Padova], Paolo Frambotto, in 12°, §6 §§2 A-I12, cc. [8], pp. 192 [i.e. 212], cc. [2 bianche]. Ripetute nella numerazione le pagine 149-168, con il titolo C. Ptolemaei Pelusiensis […] Opus de siderum iudiciis quadripartitum e graeco codice in latinum sermonem per Antonium Gogauam Grauiensem iampridem translatum, cum approbatione Gemmae Frisij [...] denuo editum. Praepositis ad singula Capita Breuiarijs, vel Notationibus D. Placidi de Titis Perusini […]. Vedi sub Titi[s], Placidus (scheda n. 8029). Bibliografia relativa: Grassi p. 570;

1701, London, prima edizione in inglese, printed for John Sprint, per la traduzione di John Whalley, con il titolo Ptolemy's Quadripartite; or, Four books concerning the influences of the stars. Faithfully render'd into English from Leo Allacius [...] and diligently compared with the best of other Greek copies and Latin translations; To which is added, variety of notes and annotations [...] And also an appendix for the better understanding of Ptolemy concerning part of fortune. By John Whalley, in 8°, cc. [8], pp. 168 4, cc. [2] (vedi la scheda specifica n. 6437);

1820 e 1828, entrambe le edizioni: in inglese, per la traduzione di James Wilson, in 8°, pp. xxv iii 224, London, William Hughes, con il titolo The Tetrabiblos, or, Quadripartite of Ptolemy: being four books, relative to the starry influences. Translated from the copy of Leo Allatius, with critical and explanatory notes, by James Wilson.

A queste edizioni va aggiunta, tra le moltissime altre, quella del 1535 (Tetrabiblos suntaxis) di Nuremberg, Johannes Petreium, in 4°, cc. [6] 59 [5] 84 [24], con testo in greco e in latino e con caratteri romani, talora considerata l’editio princeps del Quadripartitum per il suo contenuto in buona parte nuovo rispetto alla princeps (infra meglio descritta nella scheda autonoma n. 6435).

Aggiungo in calce a questa scheda un cenno, con relativa descrizione, all’Almagestum (nella sua prima edizione completa di ogni parte, stampata a Venezia, Giunta, nel 1528). Lo faccio perché talvolta ho letto che si tratterebbe di testo nel quale sono svolti anche temi di carattere astrologico: non è vero. E’ infatti, cosa del tutto infrequente all’inizio del XVI secolo, opera esclusivamente matematico-astronomica e, peraltro, di grandissima importanza in tale area scientifica. La prima edizione fu curata da Luca Gaurico, grandissimo astrologo che si astenne per quest’opera da qualsiasi intervento in aree diverse da quelle strettamente scientifiche. Piuttosto, un cenno della “presenza” del pensiero astrologico si rinviene nello stampatore, che al colophon precisa che la sua opera ebbe luogo horoscopante Iovia stella, cioè con il benefico Giove all’ascendente. Queste comunque le caratteristiche del libro:

★ Claudii Ptolemaei// Phelvdiensis Alexandrini// Almagestum sev magnae Constrvctionis// mathematicae opvs plane divinvm// latina donatvm lonqva// ab Georgio Trapezuntio vsqveqvaq. Doctissimo.// Per Lvcam Gavricvm Neapolit. Divinae// matheseos professorem egregium// in alma vrbe veneta orbis Regina// recognitvm.// Anno salvtis MDXXVIII labente.// Nequispiam alius Calcographus venetiis aurusquã locorum// Venetae ditionis impune Almagestum hunc imprimat per De//cennium Senatus Veneti Decreto cautum est. [al verso dell’ultima carta:] Claudii Ptolemaei Alexandrini Magna sinthesis// Per L. Gauricum Neapolit. Exacte recognita.// In Vrbe Veneta Vrbium & Orbis Regina// & calcographica Luceantoni Iu[n]ta officina// Aere proprio ac Typis excussa// horoscopante Iouia stella// In calce febru. Ad calcê// redacta ê Anno Chii// 1528. Labête q. fluxit// ab Adamo anno// secundum.// Hebreos et Io. Picus Mirandula 5035// Paulu[m] Orosium Bedam Eusebium 6726// Apostolos et primos ecclesiae patres 7027// Alphonsum Hispaniae Regem 8512, in folio (31 cm), A6 a-s8 (ma m3 e non m2), cc. [6] 143 [1 bianca], con un’incisione a piena pagina in i3 recto e numerose altre ai margini. Al frontespizio è inciso il giglio di Firenze, in rosso, come le prime 2 parole del titolo.

★ Per completezza, segnalo che l’editio princeps dell’Almagestum, nella traduzione dall’arabo in latino di Trapezuntius, nota come Epitome in Almagestum Ptolemaei [Epytoma Ioānis de Mōte Regio in Almagestū Ptolomei], fu pubblicata il 31 agosto 1496 [pridie Kal. Septembri], Venetijs, Johannes Hamman, per Caspar Grosch & Stephan Römer, in folio, cc. [110]. Parimenti, non deve essere considerata opera di astrologia la Cl. Ptolomaei// Phelvdiensis Alexandri//ni Philosophi et Mathematici// excellentissimi Phaenomena, stellarum MXXII. fixarum// ad hanc aetatem reducta, atque seorsum in studioso//rum gratiam.// Nunc primum edita, Interprete// Georgio Trapezuntio.// Adiecta est isagoge Ioannis Nouiomagi ad stellarum// inerrantium longitudines ac latitudines, cui etiam accessere// Imagines sphaerae barbaricae duodequinquaginta.// Alberti Dvreri, Excusum Coloniae Agrippinae, Anno M.D.XXXVII.// octauo Calendas Septembres (6 settembre 1537), in folio, 30 cm, A4 B-D6 E4, cc. [26]; 1 incisione nel testo in E3 recto; tavole in [33] pagine.