★ Morin, Jean Baptiste [1583-1656]. Astrologia Gallica Principiis & Rationibus propriis stabilita, Atque in XXVI Libros distributa. Non solùm Astrologiae Judiciariae Studiosis, sed etiam Philosophis, Medicis, & Theologis omnibus per-necessaria: Quippe multa complectens eximia ad scientias illas spectantia. Opera & Studio Joannis Baptistae Morini, apud Gallos è Bellejocensibus Francopolitani, Doctoris Medici, & Parisiis Regii Mathematum Professoris. Ejus Anagramma Mira Sapiens Uni Bono Stat. Hagae-Comitis [La Haye], Ex Typographia Adriani Vlacq, M.DC.LXI (1661).
In folio (33.7 cm), ✳-✳✳✳2 α-ζ2 a-c6 A-Z6 aa-Zz6 Aaa-Ttt6 Vv4, cc. [6], pp. xxi (Joannis Baptistae Morini Vita) [xxii]; xxxvi (Astrologiam Praefatio Apologetica); 784. Ritratto dell’Autore alla carta 6 verso, in calce al quale si legge: Illustr. ac nobiliss. D.D. Guill. Tronson Regi ab jnter. Cons. et Secret. hanc effigiem dicat amicitiae in viuum mortuumque familiarem, pignus fidelissimum AB Flamen pinxit. Mercerius ex uxore patruelis Nepos 1657. N. Poilly Sculp. Al frontespizio, stampato in rosso e nero, incisione xilografica che riproduce il Sole e un libro aperto, con il motto Hic noctis tenebras hic pectoris aufert. Testo su due colonne. Note a stampa al margine. L’incipit del testo, a p. 1, recita così: Astrrologiae [sic] gallicae Liber Primus. Capilettera incisi. Numerosissimi (80) oroscopi nel testo (temi natali, rivoluzioni solari, rivoluzioni lunari, etc.), fra cui quelli dello stesso Morin, di Cardano, di Gustavo Adolfo di Svezia, di Maria Lodovica Gonzaga, Regina di Polonia, di Richelieu, di Lodovico XIV. Tavole sinottiche sull’incidenza, gli effetti e la portata dei Pianeti alle pagine da 301 a 311. La Praefatio Apologetica, di 36 pagine, è firmata da G.T.D.G.V. ed è preceduta dalla dedica di Morin a Gesù Cristo.
E’ prima edizione, anche se Houzeau-Lancaster 5221, cita un’edizione del 1660, senza dati ulteriori, ma si tratta di un’indicazione errata; la Bibliothek ETH di Zurigo sembra possedere un’edizione del 1633 (Paris, Libert), ma anche qui si tratta di un errore, perché nel 1633 l’opera era ben lungi dall’esser stata scritta. Astrologia gallica è stata tradotta in francese da Henry Selva nel 1897.
Jean Baptiste Morin è stato il più grande astrologo francese del XVII Secolo e uno dei più grandi in assoluto (vedi le note biografiche della scheda n. 3570).
La sua opera più importante, pubblicata postuma a cura di Maria Luisa Gonzaga, è indubbiamente quella descritta qui, monumentale trattato di astrologia scritto da Morin nel corso di molti anni per “sfidare” lo Speculum Astrologiae di Francesco Giuntini (vedi la scheda n. 3115), altra opera di portata enciclopedica sul tema. L’opera, come si legge nella Praefatio, fu terminata nel 1648, ma riferisce di eventi che arrivano fino al 1656, anno della morte di Morin (così alla pagina 58), effetto ovviamente di integrazioni successive al testo originario. Morin scrive per riformare l’astrologia e farla uscire dal rispetto ossequioso e un po’ supino dei classici: muove così critiche, severe ma sempre motivate, a pressoché tutti i suoi “colleghi”, gli antichi, a partire dai Caldei e dagli arabi, ma anche ai moderni, Giuntini e Cardano inclusi. Difende naturalmente la sua disciplina, e dunque dedica varie pagine a contrastare le critiche ad essa mosse da, tra gli altri, De Angelis, Pico, Gassend (il suo grande nemico-amico) e Hemminga, del quale ultimo commenta anche il tema natale e una Rivoluzione. La differenza sostanziale tra l’Astrologia Gallica e le altre opere di astrologia è rappresentata dall’abbondanza delle motivazioni relative alle cause: anche i temi generalmente dati per scontati, magari per pigrizia o perché ritenuti già acquisiti, dai suoi colleghi sono trattati pregiudizialmente con riguardo al “perché si deve fare così”.
Nell’Astrologia Morin arriva al tema dopo 8 Libri (che si aggiungono alla lunga Praefatio di cui già s’è detto) e, anche quando ha superato le questioni preliminari, tratta della sua disciplina da enciclopedico, trascurando talora i profili di carattere pratico. Insomma: dopo aver letto e studiato l’Astrologia, un neofita aveva certamente appreso parecchio di teologia, di matematica e di cosmografia, e aveva anche imparato tutte le regole per erigere graficamente, un tema natale, ma difficilmente sarebbe stato in grado di interpretarlo. Avrebbe avuto bisogno, in altri termini, di studiarsi poi un testo più semplice, nel quale gli si dicesse quale effetto produceva un certo aspetto e quale significato una Casa. Ovvero possedere grandi intelligenza e intuizione. Certo: Morin produce una ampia tavola sinottica (Tabulae Dominii Planetarum: pagine 301-311), ma si tratta dell’unica, per quanto ricca, concessione ai profili pratici di cui si diceva. Come ho già scritto, i primi 8 Libri hanno carattere propedeutico rispetto al tema principale, cioè la disciplina, o arte, o scienza dell’astrologia. In effetti, è probabile che Morin abbia ritenuto opportuno fugare preliminarmente i timori di eresia in chi era interessato, o soltanto curioso, di astrologia, dedicando quegli 8 Libri alla trattazione di temi di carattere teologico e simili. Del resto, già nella Praefatio dello sconosciuto G.T.D.G.V. si legge la protesta contro chi sosteneva che l’astrologia fosse figlia o parente del diavolo o che attribuisse alle stelle un’origine diabolica.
Nel Liber Primus Morin tratta dell’Ente unico, infinito, indivisibile ed immutabile e della Creazione. Afferma la sua fede in Dio e attacca gli idolatri, i Calvinisti e chi non crede. Ribadendo un’antica leggenda, afferma che l’astrologia è stata rivelata da Dio ad Adamo e trasmessagli attraverso la Kabala. Nel Liber Secundus si occupa delle ragioni della Creazione e afferma che l’anno in cui essa ha avuto luogo non è chiaramente determinabile, mentre lo sono il giorno e probabilmente l’ora. Il giorno, domenica, è quello in cui il Sole si trovava ai primi gradi dell’Ariete e lì erano anche tutti gli altri Pianeti; l’ora, quella del tramonto del Sole nel luogo in cui Adamo è stato creato. Si occupa inoltre dei sensi, dell’intelletto e dell’anima degli uomini, nonché della loro libertà di fare o non fare, e della creazione degli Angeli, che quantifica in numero di 1.001.000.000. Infine, di quali saranno i segni che annunzieranno la fine del mondo. Nel Liber Tertius divide l’universo in 3 parti: Elementare, Eterea e Celeste. L’Elementare, a sua volta, è composta dei 4 elementi fondamentali: acqua, terra, aria e fuoco. Afferma che la Terra è rotonda e sta al centro dell’universo (nel testo vi sono incisioni dei sistemi tolemaico, copernicano e di Brahe: pagine 100-102). Nel Liber Quartus si tratta dell’estensione del Creato. Nel Liber Quintus dello spazio e del vacuum, di cui Morin nega l’esistenza. Il Liber Sextus, il Septimus e l’Octavus trattano rispettivamente del moto e del tempo; delle Cause; dei Corpi e delle loro alterazioni. Nel Liber Nonus Morin parla della policomposizione dei corpi, della specie diversa dei Pianeti e delle caratteristiche della Luna. Nel Liber Decimus, e di qui innanzi, i temi sono più strettamente astrologici. Morin afferma il valore dell’esperienza nella diagnosi astrologica; divide gli astrologi in 2 categorie: quella degli Empyrici, che si sono avvalsi delle regole della tradizione, e quella dei Rationali. Afferma poi che le propensioni naturali degli uomini interferiscono nel loro modo di essere, ma che, per conoscerle, il solo sistema è quello dato dall’astrologia, attraverso la redazione dei temi natali. Quanto poi ai bruta e agli animali, Morin scrive che in teoria anche per essi è possibile fare temi natali, ma le attività predittive sono molto difficili, perché la loro esistenza dipende in forte misura dalla volontà degli uomini. Quanto agli aspetti tra i Pianeti, critica i suoi colleghi che fanno secche distinzioni tra buoni e cattivi e, attraverso articolati ragionamenti che anticipano le basi dell’astrologia moderna, dimostra che gli aspetti buoni possono in realtà non essere tali e i cattivi non poi così cattivi. Questa intuizione geniale e in buona misura laica (il Male non è sempre tale, e comunque non è cosa astratta, e altrettanto è per il Bene), rappresenta a mio parere il “contributo” nuovo offerto da Morin alla disciplina astrologica. Il XIX Libro contiene definizioni e assiomi che avrebbero più utilmente dovuto esser collocati all’inizio, ma è per la verità, questa, un’abituale stranezza dei libri di astrologia di quel secolo. Dopo aver passato in rassegna Segni, Case, Pianeti e aspetti (ma senza quel taglio di agevole consultazione di cui si diceva), Morin dedica gli ultimi Libri, nettamente i più importanti sotto il profilo astrologico, alle Rivoluzioni (solari e lunari) e ai Transiti: a quella parte, cioè, che egli considera il “cuore” dell’astrologia. Ciò che qui egli ha scritto è tuttora usato dalla gran parte degli astrologi moderni, fatta eccezione per gli inevitabili adeguamenti relativi ai profili più strettamente matematici. Ciò, in particolare, per le cosiddette Rivoluzioni solari e lunari.
Per concludere, conviene rammentare l’opinione che sull’opera esprime Thorndike (infra), pare senza simpatia per il personaggio: Astrologia Gallica e il suo Autore sono una curiosa miscela, tipicamente seicentesca, tra passato e presente, curioso e contraddittorio miscuglio di credulità e scetticismo, scienza e superstizione.
Esemplari: Bodleian Library, Oxford; Magdalen College Library, Oxford; Leicester University Special Collections; Edinburgh University; Wellcome Library; Cambridge University; British Library; London Library; Chetham’s Library, Manchester; BNF (9); Bibl. interuniversitaire de La Sorbonne; Bibl. municipale a vocation régional l’Alcazar, Marseille; Bibl. municipale Rouen; Bibl. municipale, Chalon-sur-Saône; Bibl. d’étude et du Patrimoine, Toulouse; Bibl. municipale Lyon; Bibl. municipale Metz; Bibl. Mun. Gaspard Monge, Beaune; Bibl. Interuniversitaire Sainte Geneviève, Paris; Observatoire de Paris; Bibl. Centale Muséum national d’histoire naturelle, Paris; Médiathèque Louis Aragon, Le Mans; Médiathèque de Jaude, Clermont Ferrand; Médiathèque Pontiffroid, Metz; Staatsbibliothek Berlin; Universitätsbibliothek Tübingen; Württembergische Landesbibliothek Stuttgart; Sächsische Landesbibliothek Staats und Universitätsbibliothek, Dresden; Universitäts und Landesbibliothek Münster; Niedersächsische Staats und Universitätsbibliothek, Göttingen (3); Universitätsbibliothek Kiel; Universitäts und Forschungsbibliothek Erfurt; Staats und Universitätsbibliothek Hamburg; Herzog August Bibliothek, Wolfenbüttel; Universitätsbibliothek Rostock; Herzogin Anna Amalia Bibliothek, Weimar; Bayerische Staatsbibliothek München; Bibliothek der Ludwig-Maximilians-Universität, München; Österreichische Nationalbibliothek Wien; Det Kongelige Bibliotek, Copenhagen; Kungl. Biblioteket Stockholm; Bibl. Facoltà di Lettere e Filosofia, Univ. Firenze; Bibl. Naz. Centr. Vittorio Emanuele II, Roma (2); Bibl. Naz. Universitaria Torino; Bibl. Naz. Centr., Firenze; Bibl. Estense Universitaria, Modena; Bibl. Palazzo Sormani, Milano; Bibl. Trivulziana, Archivio Storico, Milano; Universitätsbibliothek Basel; Bibl. Publica del Estado, Còrdoba; Real Academia de Ciencias Exactas Fisicas y Naturales, Madrid (2); Bibl. Nacional de Portugal; Harvard University, Houghton Library; Library of Congress; University of Chicago; Indiana University, Bloomington; Linda Hall Library, Kansas City; Rutgers University, New Brunswick; New York Public Library Research; Columbia University, New York; University of Toronto Thomas Fisher Rare Book.
Bibliografia: Thorndike VII pp. 477-491; Caillet III 7784 («ouvrage [...] le plus important, le plus claire, le plus précis des grand Traité d’Astrologie»); Bibl. Magica 869; Gardner 826; Faggin p. 42; Capp p. 182; Graesse IV 608; Houzeau-Lancaster 5221; Spurek p. 43; Grassi p. 474; CATAF.