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★ Pighius, Albertus (Pigghe, Albert) [1490-1542/3]. Alberti Pighij Campensis// Philosophy Mathematici hac Theo//logiae baccalaureati formati ad//versus prognosticatoru[m] vu//lgus, qui annuas pr[a]e//dictiones edunt,// & se astrolo//gos me[n]//tiu//[n]tur, Astrologiae defensio, ad Avgvsti//num Nyphum Suessanum philosophorum// noestrae aetatis principem, & Astrologiae syn//cerioris restauratorem. Parisiis,// ex Officina Henrici Stephani.// 1518 [al verso della carta 32: Finis xv Kalendas Aprilis.1519 (17 aprile 1519)].

In 4° (20 cm), a10 b-c8 d6, cc. 32. Iniziali xilografiche. Prefazione diretta ad Agostino Nifo e datata in a4 verso Ex Parisijs III. Cal Ian.

Thorndike, infra cit., sostiene che Pighius, professore all’Università di Lovanio, fu il primo ad alludere al timore, che tuttavia non condivideva, che la congiunzione del 1524 avrebbe prodotto un Secondo Diluvio Universale e che Nifo ricavò l’idea da Pighius. In realtà il primo, nel 1513, fu l'oscuro astrologo catalano Steve Rollan, alla cui scheda n. 6823 rinvio. Vedi comunque la scheda n. 18, ove ampio commento sul tema.

Nell’opera qui descritta Pighius peraltro non menziona il De diluvii falsa pronosticatione di Agostino Nifo (vedi la scheda n. 5571) e Thorndike ne trae la conclusione, corretta, che quell’opera non era ancora stata scritta, contrariamente a quanto altri ritengono), cui si rivolge quale restauratore della vera astrologia e cui dedica la prefazione; condanna piuttosto i compilatori di pronostici annuali e in particolare Jaspar de Laet (vedi) e tratta della concentrazione di Pianeti nel Segno dei Pesci, attesa per il febbraio 1524, contestando (a5 recto, sostanzialmente ripetuta alla carta 23 verso, quale titolo della Pars secunda) che a causa di essa possa verificarsi il Secondo Diluvio Universale: “Dimostrabimus vana esse, nec astrologicae veritati consona, quae vulgus astrologorum toti fere mundo minitatur: ex eo qui futurus est omnium planetarum conventu in signo piscium año 1524. ex quo, universo fere orbi, climatibus, regnis, prouincijs, statibus, dignitatibus, beluis marinis, cunctiq[ue] terrae nascentibus, indubitatam mutationem, variationem, alterationem, nobis comminantur [...]”.

La parte prevalente del testo è comunque dedicata alle previsioni astrologiche conseguenti all’eclisse di Sole dell’8 giugno 1518.

Lodò il pensiero di Pinghius Fernando de Enzinas nell’opera oggetto della scheda n. 2396.

Esemplari: Bibl. Naz. Centr. Vittorio Emanuele II, Roma; British Library; University of London; Wellcome Library; Universitätsbibliothek Basel; BNF (4); Bibl. Mazarine, Paris; Bibl. d’études et de conservation, Besançon; Bibl. Interuniversitaire Sainte Geneviève, Paris; Université de Liège; Royal Observatory, Edinburgh; Bibl. Universidad de Salmanca; Bibl. Universidad de Valencia; Bayerische Staatsbibliothek München; Harvard University, Houghton Library; Yale University; University of Illinois; St. Charles Borromeo Seminary, Pennsylvania; University of North Carolina, Chapel Hill.

Bibliografia: Houzeau-Lancaster 4766; Caillet III 8679 (“fort rare”); Thorndike V pp. 184-187 e 279; Grassi p. 543; CATAF.